Il Decreto Ambiente del governo Meloni fa tremare ambientalisti e cittadini: trivelle più vicine alle coste e nuove norme sull’energia.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo decreto Ambiente. L’intervento, fortemente voluto dalla Premier Meloni e dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, ha già suscitato accese polemiche. Il decreto, secondo Pichetto: “porta chiarezza e, laddove possibile, regole più semplici in settori fondamentali per la transizione”, perché “tiene insieme la primaria esigenza di tutela ambientale con il bisogno di liberare, valorizzandole, grandi energie e buone pratiche esistenti in Italia”, scrive FanPage.it.
Decreto Ambiente: gas e petrolio più vicini alle coste
Il decreto introduce modifiche sostanziali nelle normative sulle trivellazioni di gas e petrolio, accelerando le procedure per le grandi opere di interesse strategico.
Ma non finisce qui: i limiti per le trivellazioni nelle zone marittime sono stati ridotti, destando preoccupazioni tra ambientalisti e residenti delle aree costiere.
Una delle novità più significative del decreto riguarda la riduzione delle distanze minime per le trivellazioni di gas in mare. Il divieto di trivellare passa da 12 a 9 miglia marittime dalle coste, aprendo così nuove possibilità di sfruttamento del sottosuolo marino.
Il ministero dell’Ambiente ha rassicurato in merito alla questione, aggiungendo che ci sarebbe “un elevato grado di sicurezza per i territori circostanti”.
Per quanto riguarda il petrolio, il decreto non permette nuove concessioni, ma le attività già in corso potranno proseguire, provocando ulteriore malcontento tra i difensori dell’ambiente.
Velocizzazione delle autorizzazioni ambientali
Oltre alle trivellazioni, il decreto punta a snellire le procedure per le grandi opere con valore superiore ai 25 milioni di euro. Le commissioni Via-Vas e Pnrr-Pniec avranno il compito di esaminare i progetti, e un successivo decreto stabilirà chi potrà accedere a queste procedure accelerate. L’obiettivo è chiaro: velocizzare i lavori in vista delle scadenze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Un altro punto cardine del decreto riguarda il dissesto idrogeologico, tema divenuto urgente dopo le recenti alluvioni. Le Regioni avranno più poteri per gestire i fondi e intervenire nelle aree a rischio. Tuttavia, se i lavori non procederanno come previsto, le risorse potranno essere ritirate.
Economia circolare: riuso delle acque e gestione dei rifiuti
Il decreto tocca anche l’economia circolare, incentivando il riuso delle acque reflue e la gestione dei rifiuti derivanti dalla costruzione della diga di Genova. Si punta, inoltre, a una maggiore rapidità nella bonifica dei territori contaminati da sostanze nocive, sempre in linea con le scadenze del Pnrr.